RUGGERO MASTROIANNI
Ruggero Mastroianni nasce a
Torino nel 1929 e inizia a lavorare come ragazzo del giunto al montaggio della
SAFA Palatino di Roma; là, con il passare degli anni, si inserisce sempre più
nell’ambiente del cinema romano. Verso la metà degli anni cinquanta inizia a
lavorare come assistente per montatori del calibro di Mario Serandrei e Roberto
Cinquini, due fra i più noti nomi del montaggio in Italia, per film diretti tra
gli altri da Luchino Visconti, Mario Monicelli e Pietro Germi.
Non meno importanti sono i
successivi lavori, sempre come assistente, con Jacques Desagneaux per la Legge
è Legge, un film del 1957 diretto da Christian – Jaque e con Otello Colangeli,
altro nome di un certo peso tra i montatori italiani degli anni cinquanta.
Esordisce come montatore nel 1959
con Vento dal Sud di Enzo Provenzale e negli anni successivi monta per un
numero sempre crescente di registi giovani come Elio Petri o già affermati come
Mario Monicelli, fino ad arrivare alla metà degli sessanta a diventare di fatto
uno dei più richiesti montatori italiani.
Nel 1965 inizia la sua
collaborazione con Federico Fellini, per il quale lavora al montaggio di
Giulietta degli Spiriti; una collaborazione che durerà a lungo e proseguirà con
Roma, Amarcord, Satyricon, il Casanova, Prova d’Orchestra, la città delle
donne, fino ai più recenti E la nave va e Ginger e Fred.
Per Luchino Visconti, a partire
dal 1967, monta Lo Straniero, la caduta degli dei, Morte a Venezia, Ludwing,
Gruppo di Famiglia in un interno, L’Innocente. I registi che gli diventano più
affezionati, oltre a Visconti e Fellini, sono Mario Monicelli ( i film del
quale Mastroianni monterà praticamente tutti, dalla metà degli anni sessanta
fino ad oggi), Elio Petri, Francesco Rosi, Luigi Magni, ma lavora anche con Marco
Ferreri, Liliana Cavani, Nanni Loy, Sergio Corbucci, Roberto Faenza e molti
altri ancora.
E’ apparso nella veste di attore
protagonista nel film Scipione detto anche l’Africano, diretto da Luigi Magni
nel 1971, film del quale Mastroianni curò anche la supervisione al montaggio di
Amedeo Salfa. Lino Miccichè, nella sua recensione, scrisse che si trattava di
una interpretazione “inaspettatamente ottima”
E’ stato uno dei principali
artefici di una delle più note operazioni di recupero del cinema italiano: la
riedizione, una versione completamente rimontata, di Ludwing di Luchino
Visconti. Quando il film era uscito nel 1972 erano sorti dei problemi di distribuzione,
giacché la sua durata complessiva era di quattro ore e un quarto; Mastroianni
suggerì di farne due parti, ma i produttori preferirono un’ora circa del film,
che divenne di tre ore dopo i tagli apportati da Mastroianni d’accordo con lo
stesso Visconti, vennero ritrovate presso gli stabilimenti della Technicolor le
parti del film eliminate nel 1972; un gruppo di stretti collaboratori di
Visconti, al sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico in prima fila, ma anche il
costumista Piero Tosi, lo scenografo Mario Garbuglia, lo stesso Mastroianni e
altri acquistarono all’asta le pellicole ritrovate.
Mastroianni si fece quindi carico
di rimontare il film, basandosi sui suoi ricordi della sceneggiatura e dei
desideri di Visconti. Lo stesso Mastroianni ci ha parlato del suo ruolo
fondamentale nell’operazione, aggiungendo che “il film ebbe dalla critica e dal
pubblico una accoglienza assai migliore di quella ricevuta alla prima uscita”
Solo negli anni più recenti
Mastroianni ha visto riconosciuto il valore del suo lavoro di montatore: in
occasione degli “Incontri del cinema italiano” a Sorrento nel 1979 ha ricevuto
il premio Vittorio De Sica, in seguito è stato premiato cinque volte con il
David di Donatello: nel 1981 per Camera d’albergo di Mario Monicelli e Tre
fratelli di Francesco Rosi, nel 1981 per Storie di ordinaria follia di Marco
Ferreri, nel 1983 per la Carmen di Francesco Rosi. Gli sono stati inoltre
assegnati il Nastro d’argento del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici
Italiani nel 1983, ancora per Carmen e infine un Ciak d’oro per Ginger e Fred Da Ruggero Mastroianni: il montaggio di Giulietta degli Spiriti, Roma e Amarcord tesi di Fabio Pagani |
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