ARMANDO TROVAJOLI note per il cinema (archivio film )
1949 RISO AMARO regia di Giuseppe De Santis
La vicenda inizia nel maggio
1948. Nel Settentrione d'Italia, alla stazione ferroviaria di Torino, le
lavoratrici stagionali, giunte da tutta Italia, aspettano il treno per
Vercelli: è la stagione per la semina del riso nelle risaie. Qui, due
poliziotti in borghese devono arrestare Walter Granata, un pregiudicato che
riesce però a fuggire. Inseguito dagli agenti, Walter incontra sul binario la
sua amante/complice Francesca, si nasconde tra le mondine e sfugge nuovamente
malgrado i poliziotti alle calcagna. Sul treno, Francesca, che per sfuggire
alle forze dell'ordine s'è mescolata alle mondine, è avvicinata da Silvana
Meliga, veterana della stagione, che s'interessa con un “caporale” perché
lavori come "irregolare" senza contratto. All'arrivo nella cascina,
le donne sono ospitate nelle camerate lasciate libere dai militari di leva ivi
acquartierati. Il sergente Marco Galli rimane colpito dalla bellezza di
Silvana.
Le due donne sono attratte dal
fascino genuino del giovane militare. Silvana controlla Francesca, intuendo che
questa nasconda qualcosa e, approfittando dell'assenza, trafuga un involto
nascosto nel suo pagliericcio. Già dal primo giorno nascono attriti col
padrone, che decide quindi di rimandare a casa le irregolari senza contratto.
Un'impavida Francesca - che deve recuperare ciò che Silvana le ha trafugato -
convince le altre irregolari a resistere con lei. Secondo il caporale, le
irregolari potranno essere assunte solo dimostrando di lavorare meglio delle
mondine regolarmente impiegate: si scatena una lotta fisica per piantare nei
campi più piantine di riso, con le "crumire" in vantaggio. Anche
Silvana aizza le colleghe con questo epiteto insultante contro le lavoratrici
irregolari, in una battaglia declamata anche in canti ritmati. In risaia inizia
una zuffa: Francesca, additata come responsabile, è inseguita e deve fuggire.
Il sergente Marco, di passaggio, riesce a fermare questa guerra tra poveri: fa ragionare
le donne placando gli animi. Le mondariso, rendendosi conto di avere tutte
bisogno di guadagnare denaro e lavorare, s'uniscono e vanno a parlare col
padrone per fare ingaggiare anche le irregolari.
Silvana accusa Francesca, davanti
a Marco, d'essere la ladra della collana milionaria di cui scrivono i giornali,
sottratta in un albergo di Torino; invece di denunciarla, Marco la lascia
andare. Adesso le due donne sono legate da un segreto. Pentita, Silvana diventa
amica di Francesca e si fa raccontare la sua vita sfortunata: rimasta incinta
di Walter, ha dovuto mantenerlo lavorando come domestica in casa di padroni
ricchi. È a loro che ha rubato la collana.
La sera, dopo il duro lavoro nei
campi, le mondine scavalcano il muro di cinta per andare a ballare nel bosco.
Francesca le segue e scopre che sono tutte in cerchio, insieme a braccianti e
militari, a guardare Silvana che balla il boogie-woogie. Silvana ha di nuovo
sottratto la collana e la porta al collo. Improvvisamente compare Walter:
Francesca l'accusa d'imprudenza, ma lui rimane affascinato da Silvana e balla
con lei. Sopraggiunge Marco che, vedendo il monile al collo di Silvana,
arrabbiato, glielo strappa di dosso. Marco e Walter s'azzuffano, ma il sergente
ha la meglio. Francesca trattiene Walter che sfodera il coltello contro Marco.
A quel punto egli le rivela che il gioiello è solo una copia dell'originale:
tutti i giornali hanno riportato la notizia. Walter si nasconde nel magazzino
del riso, dove Francesca gli porta una parte della propria razione. Ma Silvana
l'ha spiata. Walter sorprende dei ladruncoli: propone loro di fare un colpo
portando via tonnellate di riso coi camion che verranno a riprendere le
mondine. Francesca subodora qualcosa e, grazie all'influenza di Marco, il suo
interesse per Walter inizia a scemare.
Inizia a piovere: il lavoro
s'interrompe, le mondine rimangono nelle camerate. Ogni giorno fermo non viene
pagato. Dopo avere spiato Francesca, Silvana s'introduce nel magazzino, dove
incontra Walter. L'uomo le parla della possibilità di un'altra vita insieme
nella quale non serve lavorare, lei si lascia tentare ma non gli si concede. La
pioggia giunge al sesto giorno: le mondine esasperate decidono d'andare
comunque in risaia e riprendono a lavorare sotto il tempo inclemente. Tutte
cercano Silvana, ma la ragazza ha incontrato Walter che, dopo avere alzato le
mani su di lei, la violenta ai piedi d'un albero. Silvana è completamente
succube di Walter; l'uomo le dice d'amarla in presenza di Francesca, che s'è
invece liberata dalla sua nefasta influenza e capisce che l'uomo sta tramando
qualcosa. Intanto i quaranta giorni dalla stagione della monda sono terminati:
alla cascina s'organizza una festa danzante d'addio. È questo momento di confusione
che Walter ha scelto per portare a termine il colpo, ma ha bisogno della
complicità di Silvana. Le chiede di aprire le rogge che portano acqua alle
risaie per allagare i campi e distogliere l'attenzione dal magazzino. Come
pegno d'amore le regala la collana: Silvana non sa ancora che è falsa. È la
sera della festa: le mondine proclamano Silvana "Miss Mondina 1948",
ma subito dopo lei si dilegua per andare ad aprire le rogge. L'acqua irrompe
nei campi, si diffonde l'allarme e tutti accorrono attraverso le risaie
allagate per chiudere le saracinesche e ricostruire a mano gli argini. Intanto,
Walter e complici sono al magazzino a riempire i camion di riso. Francesca ha
subodorato la trama: quando Silvana scompare dalla festa, la segue nelle
risaie. Qui incontra Marco fresco di congedo che torna a casa dopo il servizio
militare. Gli chiede aiuto, ma lui cede solo quando si rende conto del grande
pericolo per le coltivazioni. Nella cascina i ladri partono coi camion pieni.
Walter e Silvana si nascondono nella macelleria della cascina, dove Marco e
Francesca li seguono. Entrambi gli uomini sono armati: Marco viene ferito alla
spalla da un coltello e Walter da un proiettile nel fianco. Silvana impugna in
lacrime una pistola, Walter l'incita a sparare. Francesca l'affronta e le
rivela che la collana è falsa: Silvana, disperata, spara a Walter, poi
s'arrampica sulla torre predisposta per il ballo gettandosi quindi nel vuoto.
La mattina seguente, come estremo omaggio, le mondine in partenza spargono un
pugno di riso sul corpo di Silvana fino a ricoprirlo. Marco se ne va con
Francesca: per loro inizia una nuova vita.
1951 ANNA regia di Alberto
Lattuada musiche a quattro mani con Nino Rota
Anna, giovane suora novizia, lavora come infermiera in un ospedale pubblico di Milano, dove è ben voluta da medici e pazienti per la sua dolcezza e per lo zelo che mette nel suo lavoro. Una notte giunge all'ospedale un uomo rimasto gravemente ferito in un incidente stradale, in cui Anna riconosce Andrea, il giovane di cui era innamorata e con il quale avrebbe dovuto sposarsi prima di prendere i voti. Mentre il primario opera il ferito, la novizia ripensa agli avvenimenti passati che l'hanno indotta alla nuova scelta di vita.
Tempo prima, Anna faceva la cantante in un locale notturno: a quel tempo era l'amante di Vittorio, addetto al bar dello stesso locale, un uomo crudele e cinico, al quale era legata da una passione morbosa. Avendo conosciuto Andrea, giovane buono, di sani principi, si era innamorata di lui e per sottrarsi all'ascendente di Vittorio aveva abbandonato il suo lavoro e si era rifugiata nella fattoria dell'amato, dove era stata ben accolta dalla famiglia, dopo un'iniziale diffidenza da parte della madre di Andrea. Ma Vittorio era riuscito a rintracciare la ragazza e, presentatosi alla tenuta di campagna il giorno prima delle nozze di Anna con Andrea, ingaggia con quest'ultimo una violenta lotta, durante la quale parte un colpo di pistola, che colpisce a morte Vittorio. Anna, rimasta ferita nella stessa colluttazione e scacciata da Andrea, macchiatosi di un delitto per causa sua, era quindi fuggita traumatizzata dalla tenuta per poi essere soccorsa da un passante; la donna, durante la sua degenza in ospedale, matura la decisione di prendere i voti e farsi suora.
Ora l'animo della novizia è combattuto tra l'amore per l'uomo, ancora vivo in lei, e i doveri derivati dalla sua nuova vita: Andrea, che ha superato l'intervento ed è ora convalescente, infatti le dichiara di essere ancora innamorato di lei e le domanda nuovamente di sposarlo, proponendole di fuggire via dall'ospedale insieme a lui la sera in cui verrà dimesso; Anna è sul punto di cedere, quando però giunge notizia di un grave disastro ferroviario, che ha provocato numerosi feriti, alcuni dei quali in condizioni molto critiche. La donna sceglie di non tornare da Andrea, mancando così all'appuntamento e preparandosi invece, assieme al professor Ferri, primario dell'ospedale, per un intervento chirurgico in sala operatoria di uno dei feriti più gravi dell'incidente, convinta in cuor suo, pur nella sofferenza di aver dovuto rinunciare nuovamente all'uomo che ama, di aver fatto la scelta giusta.
1951 PARIGI E’ SEMPRE PARIGI
regia di Luciano Emmer
Una comitiva d'italiani si reca a
Parigi per assistere all'incontro di calcio Italia-Francia. Della comitiva
fanno parte, tra gli altri, la famiglia De Angelis - albergatori benestanti -
composta da padre (Aldo Fabrizi), madre (Ave Ninchi) e figlia (la bella Lucia
Bosé) col relativo fidanzato (Marcello Mastroianni), e vari giovanotti, tra cui
Paolo Panelli e Franco Interlenghi. Lo dice anche il titolo, Parigi ha pur
sempre il fascino di città peccaminosa e ciascuno spera di vivere un'avventura
durante la breve permanenza, di appena ventiquattr'ore, nella "Ville
Lumière".
La trama si sviluppa seguendo la
giornata e la serata dei singoli protagonisti. Varie storie nella storia.
I fidanzati si amano, ma litigano
spesso, dato che lei vorrebbe andare per vetrine, mentre lui preferisce seguire
il programma organizzato, stressante e rapido, in attesa della partita di
calcio, alla quale tiene tanto.
Fabrizi che a Parigi ha
organizzato di incontrare un Barone italiano amico di gioventù, che si spaccia
per persona ben introdotta e di mezzi, ma che si rivelerà spiantata e
inconcludente, si lascia trascinare da questi in un programma
"privato" con prospettive galanti. E così mentre si muove col Barone
da guida e due giovani (tra cui Panelli) con tante speranze trasgressive, tutte
naufragate in avventure deludenti, la moglie vive il suo momento di civetteria
in un centro di bellezza, dove le faranno una ridicola acconciatura.
La serata prosegue sulla stessa
falsariga, ma con madre e figlia che cercano di render pan per focaccia ai
rispettivi uomini, andando in giro per locali, a spese del latin-lover della
comitiva che non le riconosce e - puntando alla bella Bosé - insegue un sogno
chi si concretizzerà solo in conti da pagare.
La storia più a buon fine la vive
il giovanissimo Interlenghi, che si innamora da subito di una carina
francesina, che lavora al chiosco dei giornali della Gare de Lyon. Corrisposto,
trascorrono la giornata insieme in giro per la città e la serata in un locale
ove si esibisce il celebre cantante Yves Montand.
La partenza per il rientro in Italia, la mattina dopo, è gioiosa per tutti, specialmente per Interlenghi che di certo ha trovato la donna della vita. Manca il Barone spiantato, che Fabrizi aveva inquadrato andando a cercarlo - la sera precedente dopo una parentesi poco gradevole al Commissariato di Polizia - visitando la sua misera stanza presso una pensionetta povera di Montmartre. Il rapporto si era chiuso con l'eleganza tacita di Fabrizi.
1952 ERAN TRECENTO … la spigolatrice
di Sapri regia di Gianpaolo Callegari
Si ispira alle vicende della
carboneria e della spedizione di Carlo Pisacane in Campania narrate
nell'omonima poesia risorgimentale - appunto, La spigolatrice di Sapri -
scritta da Luigi Mercantini.
Genova: in un mondo di sottoproletari che vivono ai margini della legge, Machedi organizza traffici di donne, da sfruttare o da spedire non si sa dove. Una di queste è Alda, che grazie a Carlo cerca di sottrarsi al giro. Allora Machedi coinvolge Carlo in un furto e poi lo denuncia. Il giovane finisce in prigione e Alda cerca di trovargli i soldi per l'avvocato, partecipando ad una maratona di ballo organizzata dallo stesso Machedi, che promette premi e visite di registi per adescare ragazze.
Dopo più di ventiquattr'ore di
ballo Alda è sfinita e siccome è anche incinta si sente male e viene portata in
ospedale. Intanto Carlo riesce ad evadere con quattro amici, le cui donne sono
state ugualmente coinvolte nel losco traffico. Ritrova in ospedale Alda, che
gli muore fra le braccia, e insieme con gli altri va a riprendersi le donne,
che sono già stipate su un camion che le sta portando, nella notte, ad
imbarcarsi per una fantomatica America.
Carlo e gli amici catturano Machedi e i suoi compari e - insieme con gli abitanti della borgata di baracche da cui provengono molte delle ragazze - li sottopongono ad una sorta di processo al termine del quale viene emessa una sentenza di impiccagione. La polizia, avvertita dalla più esperta e sveglia delle ragazze, della quale Machedi si è infatuato, interviene un attimo prima dell'esecuzione e porta tutti in galera.
1953 ERA LEI CHE LO VOLEVA regia
di Marino Girolami e Giorgio Simonelli
Dopo aver visto su una rivista
sportiva il famoso pugilatore Dinamite, una ragazza è preda di visioni, vedendo
in ogni persona che incontra il volto del boxeur. Il suo dottore riesce a farle
ricordare di averlo di fatto incontrato in una fugace e spiacevole occasione,
giungendo però alla conclusione che le visioni sono frutto del suo inconscio
amore per lui.
1953 IL PIU’ COMICO SPETTACOLO
DEL MONDO regia di Mario Mattioli
Un clown di nome Tottons del
circo Togni, obbligato a non struccarsi mai per non svelare la sua identità, viene
perseguitato continuamente dalle gelosie di tre donne (una domatrice di leoni,
una fantasista, una trapezista) e anche dalle indagini di un poliziotto.
La trama è un chiaro pretesto per
una serie di numeri tratti dalle riviste di Totò (come quello del parrucchiere
omosessuale e della massaggiatrice).
1955 LA DONNA DEL FIUME regia di
Mario Soldati musiche a quattro mani con Angelo Lavagnino
Una lavorante nello stabilimento
di marinatura delle anguille a Comacchio ha un figlio con un contrabbandiere
che, scoperto per vendetta della donna, si dà alla latitanza. Quando il bimbo
muore i due si riuniscono.
1953 UN GIORNO IN PRETURA regia
di Steno
Nella seconda sezione della
pretura romana, davanti al giudice Salomone Lo Russo, si presentano gli
imputati di diversi, piccoli reati. Lo Russo è ben conosciuto nell'ambiente
soprattutto per la sua durezza e per la rigidità nell'applicazione del codice
penale, ma finisce, poco alla volta, per lasciarsi conquistare dalla dimensione
umana dei casi a lui sottoposti. È in particolar modo nel giudicare l'ultimo
caso, quello dell'imputata Luisa Ceccarelli, sua vecchia conoscenza, che il
pretore decide di non infierire sulla povera donna non applicando il codice
"alla lettera", ma giudicando con la propria coscienza. Arrivato a
queste conclusioni dopo 20 anni di onorato e puntuale servizio, Lo Russo si
"confessa" con il suo maestro: un busto in marmo di Marco Tullio
Cicerone. Una "confessione" che rappresenta al contempo la voce
morale della giustizia cosiddetta "minore", quella cioè chiamata a
confrontarsi quotidianamente con le vicende umane più comuni e disparate.
1954 DUE NOTTI CON CLEOPATRA
regia di Mario Mattioli
Cesarino, soldato romano, arriva
ad Alessandria d'Egitto per prestare servizio nell'esercito personale della
regina egiziana Cleopatra. Cleopatra è una donna bellissima, capace di
ammaliare chiunque, ed è la sposa di Marco Antonio ma, quando egli non c'è, la
donna preferisce trascorrere la notte con uno dei suoi soldati che farà
uccidere il giorno dopo con il veleno. Quando Marco Antonio giunge nuovamente
ad Alessandria per combattere una guerra, Cleopatra lo va a trovare di nascosto
facendosi sostituire da Nisca, una fanciulla che le somiglia come una goccia
d'acqua, ma che è bionda. Il caso vuole che proprio la sera in cui Cleopatra
venga sostituita, Cesarino faccia da guardia alla sua sostituta. Inconsapevole
dello scambio, Cesarino trascorre la notte con la ragazza che si dimostra molto
fragile e triste.
La sera successiva Cesarino viene
arrestato per aver tentato di fare del male a Cleopatra (quella vera) ma in
realtà l'uomo voleva solo salutarla. Incuriosita dal fatto che Cesarino porta
un anello uguale al suo, Cleopatra lo fa liberare e gli fa trascorrere la notte
con lui, avvertendolo che il giorno dopo morirà. Cesarino, però, riesce ad
ubriacare la regina e a liberare Nisca, rinchiusa in carcere.
1955 LE DICIOTENNI regia di Mario
Mattioli
In un collegio femminile per
ragazze fino ai 18 anni si incrociano vite e storie personali. Anna Campolmi è
una ragazza molto vivace che ha creato l'Ordine del Cha cha cha al quale sono
iscritte tutte le ragazze diciottenni e del quale è presidente. Questo, quindi,
conferisce ad Anna un ruolo di prim'ordine rispetto alle altre. Le ragazze
vivono emarginando Maria Rovani, studentessa modello, sempre molto preparata.
Anna, al contrario della
diligente ed educata Maria, è una ragazza ribelle che ha "simpatie per le
idee della sinistra" e che non ama lo studio. Le ragazze prendono spesso
in giro Campanelli, il bidello-assistente del giovane e squattrinato professore
Andrea La Rovere, insegnante di fisica nel collegio, docente che fa innamorare
di sé tutte le ragazze. La scoperta dei sentimenti delle giovani verso di lui
avviene da parte dell'economa del collegio, la signorina Mattei, che requisisce
i diari delle ragazze. Temendo la perquisizione Maria distrugge il suo diario
bruciandolo.
La direttrice dell'istituto,
tuttavia, nota che mancano i diari di Anna e Maria. Anna si giustifica dicendo
che non tiene un diario e la trova un'idea sciocca: infatti, o vi si scrivono
segreti che nessuno deve leggere, e un in collegio in cui la requisizione e la
lettura dei diari da parte delle insegnanti sono considerate un metodo educativo,
sarebbe pericoloso; o vi si scrivono cose che sanno tutti, e allora sarebbe
inutile scriverle. La preside si dice d'accordo con Anna ma si allontana subito
dalle idee della giovane, per poi punirla quando protesta per il sopruso della
signorina Mattei. Maria invece, dice di aver distrutto il diario per paura
della perquisizione della Mattei. La preside domanda il motivo di tale
distruzione e Maria dice di avere un segreto che non confessa alla direttrice,
provocando i suoi dubbi e i suoi sospetti.
La preside convoca il professor
La Rovere e si dice preoccupata dai sentimenti delle studentesse. Il pomeriggio
il commendator Campolmi, industriale veneto, si reca in collegio per incontrare
la figlia; la direttrice tiene una ramanzina all'imprenditore, che appare
piuttosto ignorante, e rimprovera ovviamente Anna parlando dello scarso
rendimento scolastico della giovane e della sua maleducazione nonché della sua
vicinanza alle "idee della sinistra". Nel frattempo il professor La
Rovere rientra misteriosamente a scuola e solo per dieci minuti per poi
scomparire. Il commendatore Campolmi non pare preoccupato dagli studi della
ragazza ma le chiede di impegnarsi di più: infine si congeda con un'iniziativa
di dubbio gusto, chiedendo alla direttrice che il collegio si occupi di trovare
un marito alla figlia. Intanto la direttrice nota dalla finestra Campanelli che
consegna qualcosa a Maria e si insospettisce. La sera, invece, le ragazze
decidono di parlare con Maria e dopo aver finto di andare a letto la cercano
per il collegio e la vedono in giardino mentre si abbraccia con un uomo. Anna
rimugina e sospetta sia La Rovere che il pomeriggio è tornato a scuola, a suo
parere solo per incontrare Maria. Le ragazze sono però sorprese sveglie dalla
direttrice e l'indomani, convocate nel suo studio, cercano di mentire. Anna,
invece, gelosa di Maria e sua rivale nell'innocente competizione amorosa nei
confronti di La Rovere, dice alla direttrice che Maria si è abbracciata con La
Rovere; quest'ultima, interrogata in merito, rifiuta di fornire chiarimenti.
Così la direttrice chiama Campanelli, il quale si tradisce e confessa di aver
dato una lettera a Maria.
La direttrice sospetta che La
Rovere abbia circuito la ragazza, così ordina alla signorina Mattei di andare a
casa di La Rovere e di portarlo all'istituto, dove, nel frattempo, Maria è
stata punita venendo rinchiusa nella sua camera. La direttrice teme lo scandalo
e già medita di espellere dall'istituto Maria e il professor La Rovere. Maria,
però, fugge dalla sua camera: mentre la signorina Mattei rientra con La Rovere
al Collegio, la direttrice annuncia loro che la ragazza è scomparsa. Maria,
tentando di scappare, scivola e cade da un terrazzamento nel giardino del
collegio ferendosi seriamente. La Rovere e Campanelli la ritrovano e dicono
alla direttrice di chiamare un medico. La Mattei va a chiamarlo ma non fornisce
spiegazioni sullo stato di salute di Maria. Anna teme che non le dicano niente
per non impressionarla e presa da sensi di colpa non sa come reagire. Neanche
Campanelli, mandato dal medico in farmacia, risponde alle domande di Anna. La
Rovere deve andare al centro trasfusionale ma Anna lo ferma e riesce ad avere
finalmente notizie da lui circa le condizioni di Maria; così Anna si offre
volontaria per la trasfusione. La direttrice, congedato il medico, si prepara
ad incontrare La Rovere per licenziarlo, e a espellere Maria dal collegio una
volta guarita.
Tuttavia lo scontro tra la
direttrice e il professore sembra rimandato quando La Rovere fa una telefonata.
Arriva, scortato da due uomini, Carlo Rebellini, padre di Maria Rovani. La
Rovere spiega che Rebellini ha iscritto la figlia sotto falso nome perché egli
era stato coinvolto, tre anni prima dell'epoca dei fatti in un caso di
contraffazione e produzione di cartamoneta fasulla. Egli inoltre dice che il
pomeriggio prima era venuto all'istituto solo per consegnare la lettera a
Campanelli che l'aveva data a Maria: in questo breve scritto Rebellini
annunciava di costituirsi alla polizia: Maria gli aveva infatti rivelato il
segreto chiedendogli di essere intermediario tra lei e il padre. La Rovere
continua a spiegare che Maria ha bruciato il diario per paura che venisse
scoperta l'identità del padre. L'uomo che lei aveva abbracciato il giorno prima
era suo padre che le dava l'addio prima di andarsene. La Rovere, infine, dopo
la trasfusione, ha telefonato alla polizia perché permettesse a Rebellini di
vederla.
La direttrice si lamenta e dice
che la ragazza avrebbe potuto benissimo dire chi fosse suo padre ma La Rovere
le chiede: "Lei avrebbe, tre anni fa, forse accettato la figlia di un
delinquente - latitante?". La direttrice, allora, dice di aver compreso i
timori di Maria. Qualche tempo dopo Maria decide di andarsene dal collegio e
Rebellini viene a prenderla, questa volta, però, il padre è venuto senza la
polizia. In effetti la direttrice e la Signorina Mattei sono turbate da questo
fatto. La direttrice si dice contenta che la ragazza se ne sia andata
dall'istituto perché è certa che Maria Rebellini, con le sue origini, avrebbe
disonorato la scuola e che certamente, la figlia di un criminale non può stare
con le ragazze perbene. Tuttavia tra le giovani corre la notizia che Rebellini
è stato riconosciuto innocente e mentre le ragazze si preparano per la prova
generale del balletto "Gioventù scapigliata" inventato dalla
signorina Mattei, arriva il commendator Campolmi per vedere la figlia danzare e
recitare.
Ma, guidate da Anna, le ragazze
dell'istituto vanno a salutare Maria e le portano via la valigia, bloccandola e
trascinandola con il padre davanti alla direttrice del collegio. Questa domanda
cosa sta succedendo alle giovani che rispondono che Rebellini è innocente: il
signor Carlo lo afferma, supportato dal professor La Rovere. Le ragazze
domandano alla direttrice di accogliere Maria nella scuola ancora una volta e
questa, riconoscendo il suo errore, accetta la ragazza tra le felicità di tutte
le giovani che hanno finalmente imparato ad accettare la discriminata Maria
Rovani - Rebellini. Dopo questa scena allegra, Anna confessa a La Rovere i suoi
sentimenti e i due si baciano davanti alla Signorina Mattei e alla direttrice
che sono scandalizzate. Dopotutto però non possono assolutamente rimproverarla:
la scuola è finita, Anna può uscire dal collegio e l'incarico di professore di
La Rovere è finito. Campolmi invece, è entusiasta: aveva chiesto alla
direttrice di trovare un marito per la figlia e questa, nonostante non fosse il
suo compito ha trovato lo sposo di Anna che è pure professore di fisica e potrà
aiutarlo nell'amministrazione delle sue aziende.
1956 DONNE SOLE regia di Vittorio
Sala
Tre donne condividono lo stesso
appartamento e lo stesso obiettivo, trovano un marito ricco e si stabiliscono.
1957 CAMPING regia di Franco
Zeffirelli
I due giovani fidanzati Tao e Valeria decidono di andarsi a godere una bella vacanza in intimità, lontani dalla solita routine quotidiana. Ma i genitori di Valeria, diffidenti nei confronti del ragazzo, vogliono che con loro parta anche Nino, il fratello di Valeria.
Dopo un viaggio pieno di
peripezie, a bordo di un sidecar, si ritrovano in un camping popolato in
prevalenza da turisti di nazionalità tedesca, che vengono attratti dalla
bellezza ammaliante di Valeria, che dovrà subire il costante controllo del suo
fidanzato e di suo fratello.
1959 POVERI MILIONARI regia di
Dino Risi
Romolo, Annamaria, Salvatore e
Marisa, finalmente sposati, sono in procinto di partire per il viaggio di
nozze; ma la prevista settimana a Firenze sfuma e la sera stessa si ritrovano
nella nuova casa presa in affitto da Romolo, un seminterrato nella periferia
romana, dove intendono vivere tutti e quattro per limitare le spese. Ben presto
giunge la notizia che Salvatore è stato licenziato e vengono consegnati a casa
due letti per bambini, che lo stesso Salvatore aveva ordinato per sbaglio
invece di quelli per sé e Marisa.
Segue una lite fra i due e la
ragazza, già stanca dell'inconcludenza del marito, dichiara di volersi
separare. Salvatore si allontana di casa prendendo con sé per errore la giacca
di Romolo, che contiene 300 000 lire; in strada viene investito da Alice, una
giovane ricca ed eccentrica, e per il trauma perde la memoria. Alice si
invaghisce dello sconosciuto, lo porta con sé in un locale, dove lui sperpera i
risparmi di Romolo, poi nella sua villa e gli offre un lavoro ben retribuito, come
direttore generale del grande magazzino di cui è proprietaria. Al lavoro
Salvatore non riconosce il suo amico, si indispettisce per la confidenza che
lui si prende e propone il suo licenziamento; poi però, incontrando Marisa, la
trova adatta per interpretare la moglie ideale nella vetrina animata del grande
magazzino, l'ultima trovata pubblicitaria: una ragazza dal volto piacevole deve
muoversi fra i mobili esposti in vetrina.
In breve Marisa e Salvatore si
scoprono innamorati, ma lei non può rivelargli di essere sua moglie, in quanto,
a detta dello psichiatra, è consigliabile che l'amnesico recuperi la memoria da
solo. Anche un invito a casa con la presenza dei genitori non ha successo, ma
Salvatore, uscendo, sbatte di nuovo la testa e torna a ricordare chi è. Lui e
Marisa fanno pace, ma Alice, delusa vedendo che il suo sentimento non è
ricambiato, decide di rimuoverlo dal posto di direttore generale. Alla notifica
si aggiungono il licenziamento di Romolo e l'intimazione di sfratto dalla casa
nuova per morosità, ma anche una bella notizia: Annamaria e Marisa sono
entrambe incinte. I quattro amici decidono di lasciare la periferia e di
tornare ad abitare a Piazza Navona presso i genitori.
1959 IL VEDOVO regia di Dino Risi
Il commendatore Alberto Nardi è
un giovane industriale romano, megalomane ma dalle scarse capacità. È sposato
con la ricca Elvira Almiraghi, donna d'affari milanese di successo, abile e
spregiudicata, alla quale il marito, perennemente assediato dai creditori, si
rivolge quando ha bisogno di firme per cambiali o nuovo denaro per le sue
fallimentari iniziative. La coppia abita assieme in un appartamento nella torre
Velasca a Milano. Elvira, saggiamente, ha smesso ormai di sussidiare il marito
e, con fare canzonatorio, lo punzecchia chiamandolo "cretinetti". La
donna, tuttavia, dietro anonimato, presta continuamente denaro al marito, a
condizioni usurarie, tramite il commendator Lambertoni, suo intermediario.
Impossibilitato a saldare le pressanti scadenze di debiti, interessi, cambiali,
e sostenendo comunque uno stile di vita agiato per salvare in pubblico il suo
status di uomo d'affari, Alberto Nardi vive in uno stato di continua tensione,
che l'ha già portato in passato all'esaurimento nervoso e a un ricovero in
clinica. Alberto ha anche un'amante, Gioia, una donna giovane e ingenua.
Nardi ha urgente bisogno di altri
soldi prestati da Lambertoni anche per poter tenere a galla la sua ditta di
ascensori, sempre pericolosamente vicina alla bancarotta, dove da mesi non paga
gli stipendi agli infuriati operai. Nessun istituto di credito è disposto a
concedere prestiti a Nardi senza la garanzia della moglie, proprietaria di un
patrimonio di oltre un miliardo di lire dell'epoca, la quale però si rifiuta.
Dopo l'ennesima discussione su una cambiale da firmare, con conseguente umiliazione
pubblica, Nardi, di fronte al deciso rifiuto di lei, ripiomba nuovamente in uno
stato nevrastenico, e minaccia di compiere un gesto estremo, mentre Elvira si
dirige con l'autista alla stazione ferroviaria per prendere un treno notturno
che parte per la Svizzera, dove è diretta a far visita alla madre. Il mattino
seguente, la notizia di una tragedia compare sui giornali: il treno della sera
precedente diretto in Svizzera ha avuto un incidente e si apprende che la
carrozza prenotata da Elvira è precipitata nel lago. Non ci sono superstiti.
Nardi conclude, come fan tutti, che Elvira dev'essere perita, ritrovandosi
improvvisamente erede del patrimonio miliardario della moglie, e quindi può
saldare tutti i debiti.
Nella casa di campagna dove è
vissuta Elvira viene allestita, con grande sfarzo, una veglia funebre, alla
quale prendono parte moltissime persone, in attesa dell'arrivo della salma, che
i sommozzatori dovrebbero recuperare. Prendono parte alla commemorazione della
defunta amici, come il commendator
Fenoglio; una prefica staziona nella stanza allestita per la camera ardente; il
celebre cantante Rabagliati viene assunto per cantare al funerale. Ma accade
l'incredibile quando, a serata inoltrata, Elvira appare, viva e vegeta,
accompagnata dall'autista. È stata una telefonata del marchese Stucchi,
collaboratore del marito, ad averle fatto perdere il treno, salvandole la vita.
Nardi, che in poche ore di
vedovanza è già riuscito a compiere una speculazione disastrosa, acquistando
una zolfatara col denaro della moglie, si ritira in convento per alcuni giorni,
onde evitare nuovamente l'assedio dei creditori. A padre Agostino che lo saluta
in partenza, Alberto comunica di avere ora le idee chiare, ritemprato
dall'agreste buen retiro. In realtà, come comunica una volta tornato in
fabbrica allo zio, al marchese Stucchi e all'ingegnere Fritzmayer, egli ha
deciso di organizzare l'omicidio di Elvira: un incidente che, simulando un
blackout, faccia precipitare la moglie nel vuoto dell'ascensore della Torre
Velasca, sfruttando il brevetto dell'ingegnere tedesco, già rivelatosi
pericolosamente difettoso. Ma, ennesima beffa, a causa dell'inettitudine dei
suoi complici, sarà proprio Nardi a morire, precipitando nella tromba
dell’ascensore.
1959 LA CENTO CHILOMETRI regia di
Giulio Petrone
Le vicende sportive di alcuni marciatori
a Roma durante una gara di cento chilometri si intrecciano con le vicende
personali, dando luogo a situazioni complicate e paradossali che finiscono con
rendere la gara piena di siparietti comici.
1959 VACANZE D’INVERNO regia di
Camillo Mastrocinque
Cortina d'Ampezzo; il ragionier
Moretti giunge assieme alla figlia Titti, per via di un concorso da lei vinto
alla televisione. Durante le vacanze invernali si svolgono dei divertenti
intrallazzi sentimentali tra i numerosi personaggi.
1959 LE NOTTI DEI TEDDY BOYS
regia di Camillo Savona
Tre compagni di liceo si mettono
d'accordo insieme ad altri amici per ricattare il sor Annibale, il proprietario
del bar che frequentano. Il sor Annibale, uomo già sposato, ha una storia con
l'ex cassiera del bar. Il gruppetto di truffatori lo ricattano chiedendogli
centomila lire. Mario un ragazzo del gruppo viene arrestato e l'amico
Costantino angosciato per l'arresto andrà al commissariato per scagionarlo.
1960 LA CIOCIARA regia di
Vittorio De Sica
Italia, estate 1943. Cesira è una giovane vedova che vive a Roma insieme alla figlia dodicenne Rosetta durante la seconda guerra mondiale. Per sfuggire ai bombardamenti e alle insidie di una città allo sbando affida il proprio negozio a Giovanni, un vecchio amico del marito con cui ha una fuggevole relazione, e intraprende un lungo cammino per il Basso Lazio per cercare rifugio con sua figlia a Sant'Eufemia, suo paese di origine, nei pressi di Fondi.
Giunte non senza difficoltà a
destinazione, Cesira fa la conoscenza di Michele, un giovane intellettuale
antifascista anch’egli fuggiasco, il quale si innamora di lei ricambiato.
L'uomo viene catturato da cinque soldati tedeschi, che necessitano di una guida
per attraversare il territorio montano. Le donne non lo rivedranno più.
Con l'arrivo degli Alleati,
Cesira decide di far ritorno a Roma con la figlia ed un gruppo di persone, ma
una volta separatesi da loro, durante una sosta in una chiesa diroccata, sono
assalite e violentate da un gruppo di Goumier, soldati nordafricani
dell'esercito francese. Rosetta ne esce traumatizzata, chiudendosi in un freddo
silenzio e in una strana apatia, che la madre tenta inutilmente di scuotere.
Le due vengono poi raccolte dal
turpe camionista Florindo, che la sera stessa seduce la sconvolta Rosetta e le
regala delle calze di nylon. Cesira è colpita da un dolore profondo, turbata
più per la figlia che per sé. Alla notizia della tragica morte di Michele,
fucilato in montagna dai tedeschi come si sospettava, le due si riavvicinano
abbandonandosi, insieme, in un pianto più che mai liberatorio: una madre e sua
figlia nonostante tutto e inevitabilmente attaccate l'una all'altra.
1960 CHIAMATE 22 22 TENENTE
SHERIDAN regia di Giorgio Bianchi
Katy Fergusson, moglie di un ex
pilota, per una serie di circostanze, è stata ritenuta colpevole del rapimento
ed uccisione di un bambino, e sta per essere giustiziata nella camera a gas.
Dei fatti verificatisi all'ultimo momento, fanno rinviare l'esecuzione di
quarantott'ore e le indagini vengono affidate al tenente Sheridan, il quale
viene a sapere che Katy aveva una relazione con un noto pregiudicato. Mentre
Sheridan cerca di prendere tempo e di far rinviare ulteriormente l'esecuzione,
giunge la notizia della morte di Fergusson, nel cui appartamento è trovata una
lettera in cui egli dichiara di essere il vero responsabile della morte del
bambino e di essersi suicidato per il rimorso. Ma altre circostanze portano
Sheridan alla conclusione che non si tratti di suicidio e che Fergusson sia
stato assassinato da colui che ha organizzato il rapimento del piccolo. Alla
fine, dopo una serie di drammatiche vicende, Sheridan scoprirà il vero
colpevole e potrà salvare Katy pochi attimi prima che avvenga l'esecuzione.
1960 IL CARROARMATO DELL’ 8 SETTEMBRE regia di Gianni
Puccini
L'Italia ha firmato l'armistizio
e nella confusione generale un caporale decide di riportare il carro armato dal
litorale alla caserma. Il viaggio, anche se breve, gli permette di incontrare
una serie di personaggi che rappresentano varie facce dell'Italia di quei
giorni.
1960 LE PILLOLE D’ERCOLE regia di
Luciano Salce
Un gruppo di giovani medici fa
trangugiare a un collega, per scherzo, una droga eccitante. Sotto l'influenza
della sostanza il medico vive un'avventura con una cliente straniera. Il marito
della donna, gelosissimo, chiede come riparazione di poter avvicinare la moglie
del medico che è costretto dagli eventi ad accettare non prima, però, di aver
ingaggiato una donna disposta a recitare il ruolo della moglie e a soddisfare
lo straniero. I problemi non sono risolti, anzi, aumentano: entrano in scena il
padre naturale della donna e soprattutto la vera moglie.
1960 TU CHE NE DICI? regia di
Silvio Amadio
Roma. I due imbroglioni Solitario
e Amedeo ne combinano di tutti i colori truffando la povera gente con dei
travestimenti. Quando, sotto le vesti di monaci, capitano nella villa del
gangster Danden i loro guai cominciano: infatti il malvivente è gravemente
ferito, ed è convinto di essere in punto di morte. Consegna così tutto il suo denaro
ai frati affinché li spendano per la chiesa: ma Solitario e Amedeo pensano a
tutt'altro: night club, vacanze eccetera, finché il gangster non si
ristabilisce e decide di riprendersi i suoi soldi.
1960 I PIACERI DELLO SCAPOLO regia
di Giulio Petroni
I Piaceri dello Scapolo, che uscì
nei cinema italiani nel 1960, fu classificato dalla Commissione per la
Revisione cinematografica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali come
vietato ai minori di sedici anni. La commissione impose inoltre che fossero
ridotte le sequenze in cui la prostituta "Franca" appariva
semisvestita e venissero eliminate le scene in cui la stessa assumeva posizioni
e atteggiamenti provocanti, propri del suo mestiere, e le scene del frate
elemosiniere e del frate a colloquio con Memmo. Le scene eliminate erano
considerate offensive del pudore, della morale, del buon costume e del
sentimento religioso. Documento N° 31287, controfirmato il 22 Febbraio 1960 dal
Ministro Domenico Magrì.
1960 I PIACERI DEL SABATO NOTTE
regia di Daniele D’Anza
Dietro la facciata di una casa
milanese alla moda, gestita da Arabella, si cela un efficiente giro di
prostituzione.
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