GIGI MAGNI E ENRICO TODI una lunga e sincera amicizia


Il maestro, aveva una sincera amicizia fraterna con il Cav. Enrico Todi, e con la figlia Tiziana anime indiscussa della storica Galleria Vittoria al numero 103 della storica Via Margutta. Grazie alla vulcanica inventiva del Cav. Todi e la creatività del maestro sono nati numerosi riconoscimenti che negli anni sono stati assegnati a personaggi della cultura e dello spettacolo, tra questi il SamPietrino D’ORO Marguttiano, Er mejo figo der bigonzo, la Breccola d’oro. Abbiamo nel nostro archivio numerosi testi scritti da Magni in occasione di queste manifestazioni ne riportiamo alcuni:



Il Maestro Luigi Magni con il Cav. Enrico Todi


ER MEJO FIGO DER BIGONZO

Nel 2001, da una idea di Enrico Todi e Enrico Fiorentino, due veraci Marguttiani è stata scoperta una targa di marmo con una poesia del poeta Giancarlo Parodi per festeggiare le Nozze d’Argento del Fico con la strada: un atto di fede e di un impegno morale e sociale da parte di tutti coloro che amano Via Margutta con lo scopo di far ricordare che questa strada è viva proprio come il fico cresciuto fra i suoi sampietrini. Ogni anno in settembre si celebra questa festa sotto l’albero con la cerimonia del riconoscimento “er mejo fico der bigonzo” che viene conferito a personalità provenienti dal mondo della cultura, dell’arte, dello spettacolo e della politica che abbiamo dato una chiara dimostrazione di amore per Roma e per la romanità di cui Via Margutta ne è par molti aspetti il simbolo.

 

Per la premiazione di Gigi Proietti 2006

“ Ognuno te po’ dì quel je pare

Però la verità è un altro affare, se qualcuno t’ha detto sei stronzo, er premio che t’ ho dato a Via Margutta, pure pé gioco, te la dice tutta: “Tu sei er mejo fico del bigonzo!”

Gigi Magni

 

Per la premiazione di Monsieur Philippe Mexès 2007

Io nacqui il giorno in cui arrivai a Roma. Prima non esistevo. Disse una volta Thorwaldesen, scultore Danese. Ma per chi veniva da lontano Roma non era solo una città. Roma era un sentimento. Non a caso Byron, che insieme a Keats e Shelley costituisce di quanto di più grande ci ha dato la poesia romantica inglese, definì Roma la città dell’anima. Sopra la facciata anonima di un palazzo di fronte che delimita il giardino di Palazzo Farnese tra il portone e il primo piano c’è una lapide dedicata al poeta tedesco Waidlinger che, dice il testo in italiano: “ Partitosi dalla nativa Germania, in questa Roma immortale, trovò la patria dei suoi sogni. Qui solamente felice”. E non possiamo dimenticare Gregorovius storico illustre della Roma del medioevo, che venuto a Roma per consultare alcuni documenti dell’epoca e avendo programmato di non restare più di un mese, finì per restarci quarant’anni. Ma non c’è grande differenza fra artisti storici o sportivi: tutti portatori e rappresentanti di una cultura, per tutti Roma è stata una patria spirituale. Prendiamo esempio dal francese Mexes giocatore della Roma. Contattato da vari clubs di importanza internazionale, ha rifiutato. In una interivista rilasciata al messaggero ne ha spiegato il motivo: Perché ha deciso di restare a Roma? “perché io sto a Roma e voglio lavorare con i miei compagni. Qui cresco e trovo soddisfazioni. Qui vivo. Ho un contratto con una società. Mi trovo benissimo con la squadra e con l’allenatore. Avevo già scelto prima con la mia famiglia di vivere a Roma. E ci troviamo benissimo. Sono contento e molto felice” Vorrei si è permesso, finire un aneddoto su Thoewaldsen con il quale ho cominciato: alla ricorrenza di ogni suo compleanno, lo scultore danese era solito invitare gli amici all’Osteria della Gensola in Trastevere. Ma il giorno che festeggiava non era quello in cui era nato in Danimarca, ma il giorno che era arrivato a Roma

Gigi Magni

 

Per la premiazione di Giulio Andreotti 2008

Caro Giulio,

colgo l’occasione di questa festa in Via Margutta per indicarti una certa sintonia di giudizi e critiche tra noi due. In considerazione del film biografico che ti hanno fatto, “il Divo”, dove compari in tante immagini irreali che non sono mai state tue, ti dirò.: “io, con i miei film, ho raccontato sempre l’autorità del potere temporale del Papa che era al tempo stesso il successore di Pietro e il Re di Roma, quel potere temporale che Giuseppe Mazzini giudicò “la vergogna civile d’Europa”. I critici ne hanno dette di tutti i colori: anticlericale, anticristiano, non credente. E anche magiapreti. A questo proposito ti dirò quello che mi accadde un giorno nella sagrestia in Santa Maria in Montesanto. Stavo scherzando piacevolmente con il vecchio Monsignor Rettore allora in carica e un giovane Monsignore che avrebbe poi preso il suo posto quando entrò un critico importante che mi aveva spesso negativamente giudicato per i soggetti dei miei film. Vedendo il mio rapporto confidenziale e di grande amicizia con i due prelati esclamò sbalordito: “ Mi devo ricredere!. “Non ti conoscevo sotto questo punto di vista”. Io gli risposi: “Tu non hai capito niente di me: io sono comunista da cinquant’anni ma sono cristiano da venti secoli” Comunque, caro Giulio, rallegrati perché le nullità svaniscono con il tempo, ma gente come noi, a dispetto di tutti, resta nella storia. Sono lieto di quest’incontro e insieme ai marguttiani ti proclamiamo “Er mejo fico del Bigonzo 2008”

con simpatia Gigi Magni


Per l’edizione del SamPietrino D’ORO Marguttiano dedicata a Nino Manfredi

Caro Nino, volevo dirti una sola cosa:

tu sei nato nella cucina della tua casa di Castro dei Volsci, io nella casa in cui abitava la mia famiglia a Roma in Via Giulia 16, Palazzo Varese: eretto nel 1495 ma ricostruito da Carlo Maderno nel 1618. Insomma tu in Ciociaria, io a Roma nel rione Regola. Ma, anch’io come te sono ciociaro. Mio nonno era di Ceprano e si chiamava Luigi Magni. Da lui ho ereditato il nome. Mio padre Umberto, anche lui di Ceprano, dopo la Guerra Mondiale, aveva sposato Assunta Savi di Anagni figlia di Ottavio Savi di Caneprina (provincia di Viterbo). Mio padre emigrato in America, era tornato in patria nel 1915, per fare il suo dovere di italiano. Si imbarcò su Lusitania, il piroscafo inglese che fu silurato e affondato da un sottomarino tedesco e nella quale azione persero la vita anche 100 cittadini americani. Cosa per cui due anni dopo provocò l’entrata in guerra degli Stati Uniti contro gli Imperi Centrali d’ Europa. Mio padre fu tratto in salvo da una delle tante navi corse al soccorso del Lusitania che alla fine affondò. Mio padre al fronte ritrovò tanti Ciociari emigrati in America come lui però, tornati in Italia per lo stesso motivo. Ma il punto non è questo: non basta avere una patria in comune. Tu sei nato il 22 Marzo, io il 21 dello stesso mese, inutile dire in quali anni, fin da bambino, fui chiamato “Gigi Primavera”. Ci hanno spesso detto che eravamo fratelli, forse anche Gemelli. Siccome i gemelli non nascono mai insieme, ma uno dopo l’altro; per cu tu sei comunque il mio fratello maggiore. Anche Erminia ha ragione quanto dice che noi siamo “due vasi comunicanti” senza i quali non avremmo mai potuto lavorare insieme così a lungo e con quei risultati che sono ancora negli occhi e nei cuori di tutti.

Gigi Magni

Io, per iniziativa personale di Enrico Todi, sono stato nominato presidente onorario dell’Associazione Diletta Vittoria di Via Margutta, dove, nel contesto della Festa del Cinema, nei due anni passati, abbiamo premiato personalità del cinema, della cultura e dello sport. Ed è per questo, anche se fuori tempo, abbiamo pensato che sarebbe giusto premiare, un personaggio straordinario come Enrico Todi, il 29 Febbraio che è un giorno straordinario e mantenere questo premio nel tempo e ovviamente premiare ogni quattro anni, gente particolare

Inizialmente avevamo pensato di premiarlo il giorno del suo compleanno, ma la sua nascita rimane un mistero, tra il 14, il 15 o il 19 Marzo. L’unica certezza che si ha è ciò che disse sua madre. “Ho mangiato proprio in quel giorno i bignè di San Giuseppe”. Enrico ha cominciato come rappresentante delle caramelle Streglio che gli hanno lasciato quella dolcezza e generosità, che gli sono particolari e anche quel pizzico di “asprezza al limone” che tutti noi conosciamo. Fin da piccolo si è dedicato all’arte tra il Cinema Gloria con annesso bar di proprietà del padre a Via del Corso, e la bottega di restauro dello zio in Via Margutta: cose che gli hanno dato la possibilità di conoscere persone illustri e pittoresche, riuscendo sempre ad avvicinare l’arte del cinema alla pittura e alla scultura. Questo suo naturale modo di essere curioso lo ha portato a viaggiare in tutto il mondo e lasciare un po’ di Enrico Todi a chiunque lo incontrasse, compreso me. Ha vissuto una vita straordinaria: dal portare il caffè alle Signore che lavoravano nel casino di Via della Fontanella, a bere un campari con Regan, presidente degli Stati Uniti e l’Imperatore del Giappone. Da giocare a Dama con i peroncini sul pavimento bianco e nero del bar di suo padre a passeggiando sempre per le vie del centro con Fellini, Mastroianni e Zavattini. Non si può concludere senza parlare, del suo amore appassionato per i colori che indossa, con eleganza e disinvoltura, anche se a volte è sopra le righe. Questo suo essere un intelligente talent scout lo ha portato a scoprire me e a nominarmi Presidente Onorario dell’Associazione Diletta Vittoria. Come ho detto sopra, e a rendermi partecipe a scegliere a chi andranno i premi anche quest’anno, come le passate edizioni.

Vorrei lasciargli gli auguri con un commiato poetico:

“Lo incontrammo pè la strada nà matina. Ce facemmo dù chiacchiere e poi disse: “Ve saluto ragazzi!” Lucia vicino lo fermò per offrigli le ganasse. Si fermò le baciò come se giocasse. Io je strillai appresso “ a me gnente” E lui “ perché tu non conosci la gente!”

Me pare già de senti le voci, “pareno dù amici invece so dù froci”

Gigi Magni

 

Commenti

Post più popolari