1968 FAUSTINA scenografia e costumi di Lucia Mirisola
Film ambientato a Roma, negli anni in cui era presidente
della Repubblica Giuseppe Saragat, quindi agli inizi degli anni sessanta del
novecento. La storia si svolge tra le baracche che furono le antesignane nelle
moderne borgate di periferia. Lucia le ambientate ai mercati di Traiano. Era un
privilegio all’epoca poter girare in quei luoghi, racconta Magni a Marina
Piccone. “Lucia si documentò sui baraccati dell’Acquedotto Felice e volle dare
un’idea più allegra e poetica della loro condizione. Costruimmo le baracche con
le porte colorate e i gerani alle finestre
Il film venne girato anche nel territorio a sud di Roma tra
l’Appia Antica, Nemi, Giulianello, il Giardino di Ninfa per finirlo al cimitero
americano di Nettuno dove Faustina ritrova la tomba del padre. Scrisse Giovanni
Grazzini sul “Corriere della Sera” del 1968: “ Faustina è un film leggero ma
fresco e garbato, dipinto con humour ribaltando in fiaba popolare ambienti e
personaggi del neorealismo romanesco. Piace nel film l’aria cantabile che vi si
respira: quel contrappunto fra la violenza disperata di Quirino, sempre in
cerca d’un colpo fortunato che lo tolga dalla povertà, e l’idillio tra Faustina
ed Enea, retto da un illusione di dolcezza. Gli dà sapore la cornice,
intagliata nel legno morbido del bozzetto patetico, fiorito di movenze musicali
fra i ruderi dell’Urbe millenaria e di svolazzi su figurine spiritose, degne di
un album di stampe che annacqua i veleni del Belli con i sorrisi di Rugantino”
Racconta Gigi Magni: “ Ad un certo punto mi dissi che se nel cinema volevo fare
una cosa che mi somigliasse davvero, dovevo girarmela da solo. Un giorno
incontrai Gianni Buffardi sotto casa, per Via del Babuino, e gli dissi che
avrei voluto fare il regista e che,anzi, avevo in mente una storia. Mi rispose
che avevo ragione, si disse d’accordo per il soggetto, però non aveva una lira.
Di quattrini Buffardi ne aveva macinati tanti, era il genero di Totò, aveva
avuto toni alti e toni bassi. Insomma facemmo Faustina con lui che non aveva
soldi e io che ero alla prima regia. E’ il film che ricordo con più affetto. Ci
divertimmo come pazzi. Lo montammo in cucina, dove avevamo messo una moviola,
c’era pure un rubinetto che perdeva e quella goccia sembrava una tortura … Ad
un certo punto finì la pellicola e allora Gianni mi esortò a resistere finchè
non avesse trovato il denaro per comprarne dell’altra e soprattutto a non
fermarmi per non allarmare la troupe anche se orami si trattava solo di fingere
di girare (…) Come altri miei film, Faustina ebbe successo a Roma e negli altri
posti meno. Sono stato e continuo ad essere considerato un regista
“municipale”. Rare volte i critici mi recensiscono con benevolenza, si vede non
solo ho il torto di fare del cinema ma ho l’aggravante di essere romano in un
periodo in cui va il mitteleuropeo basta che un imbecille nasca a nord di
Viterbo che subito diventa mitteleuropeo … Ma io accetto il mio ruolo mi va
benissimo, e capisco come è facile essere antipatici quando si è romani e oltre
tutto quando si è un tipo di romano indisponente come me … Faustina uscì a
Torino il 16 di agosto, perché il film romano allora, e in parte anche oggi, è
come se fosse un film esquimese, gli esercenti dicono: “Ma chi lo capisce?” E
mica solo il film romano perché, nel mio caso, quando proposi un film italiano,
sulla presa di Porta Pia, un fatto insomma che dovrebbe riguardare la patria,
mi sentii rispondere: “ Va bè ma mo ‘ Cadorna chi lo conosce?”. Il che può
essere anche vero, perché ormai questo è un paese dove tutti sanno chi era il
generale Custer, ma Cadorna non lo hanno mai sentito nominare”
Una negra romana, figlia della guerra (impersonata
dall’americana Vonetta Mcgee), due straccioni (Enzo Cerusico e Renzo
Montagnani) e i ruderi romani ( si gira ai mercati di Traniano) sono gli
ingredienti essenziali di “Faustina” un film scritto, sceneggiato e diretto da
Luigi Magni. Un “capitolino” puro sangue, che, tra l’altro ha fatto parlare romano
Monica Vitti nell’episodio “Le Bambole” e che ha contribuito con un consistente
peso intellettuale, a realizzare, nobili in dialetto romano come il film “ Le
Voci Bianche” e la commedia musicale “Rugantino” firmata con Garinei e
Giovannini. “ Il romano, sostiene Magni è stupendo!. Il pubblico purtroppo è
abituato al romanesco del piccolo borghese, delle commedie, così dette di
costume in cui fa apparire il romano furbastro e scaltro, ma ciò non è vero. I
tre protagonisti del mio film sono di un candore disarmante. Un altro luogo
comune da combattere è la convinzione che la parlata romana sia volgare. Pochi
sono i dialetti che hanno la dignità di quello romano! “Faustina” è ambientato
a Roma nella Roma vera e non in Piazza Bologna dove si ritrova il romanesco che
giustamente i milanesi detestano. Il linguaggio del film è romano non
romanesco”. Faustina non è la negra esotica ma una romana vera, e come tale
nessuno si accorge del colore della pelle neppure i due straccioni che se la
contendono. Questo precisa il regista, si deve al fatto che Faustina è romana e
pertanto non risente del problema razziale sta il motivo del film porsi il
problema della razza a favore o contro, significa fare sempre comunque del
razzismo” La trama di questa favola, trattata in chiave comico – sentimentale,
è una storia d’amore forse disincantata ma civile. “Faustina”, tra l’altro è un
film prodotto con capitali italiani e parlato interamente in romano. Ciò è
motivo di orgoglio per il regista soprattutto nel momento in cui la maggior
parte degli attori italiani per fare cinema è costretta ad imparare l’inglese.
In “Faustina” l’unica straniera del cast, l’americana Vonetta Mcgee verrà
doppiata in romano. La Mcgee che è alla seconda esperienza cinematografica, ha
debuttato in Italia ne “Il grande silenzio” il western di Sergio Leone
ambientato tra la neve e con Jean Louis Trintigant pistolero muto. Gli altri
due personaggi come si è detto sono attori di teatro e di televisione, Cerusico
e Montagnani i quali interpretano rispettivamente i ruoli dell’amante (Enea) e
del marito (Quirino). Non a caso i nomi dei protagonisti di questa favola
realizzata a colori arieggiano quelli dei fondatori di Roma, Faustina è stata
la moglie di due imperatori Antonino Pio e Marco Aurelio. Quirino nel film di
Magni è un tombarolo, saccheggia le tombe e sui considera un archeologo. Mentre
Enea che si inserisce nel “menage” dei coniugi è un pensatore che un tempo
suonava nelle osterie e ha smesso il giorno in cui gli hanno spaccato in testa
la chitarra. Il nostro incontro con la troupe di “Faustina” è avvenuto al
mercato di Traniano, alle spalle di Piazza Venezia dove appunto è ambientata la
casa di Quirino, una casa ricca di cimeli di archeologia. Quirino infatti è un
tombarolo che profana esclusivamente le tombe di Tarquinia e che conosce la
storia a modo suo. Enzo Cerusico che in televisione ha impersonato Tommy
Traddles in “David Copperfied” e Sam ne nel “Il Circolo Pickwick” è arrivato a
Roma per Faustina direttamente da Hollywood dove si trovava per realizzare una
serie di telefilm. Renzo Montagnani invece ha appena terminato la stagione
teatrale romana recitando con la compagna di Franco Enriquez
Ernesto Blado
( da La Notte 30 Maggio 1968)
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