IL TEATRO MAGNI
Un aspetto fondamentale della
carriera del maestro Magni, che compensa quella cinematografica è quella
teatrale. Che ha lasciato alla storia che vi stiamo raccontando opere che oggi
sono patrimonio della tradizione teatrale italiana. Tempio di queste, salvo in
un paio di occasioni è stato il teatro Sistina. Ma il teatro è stato per il
maestro anche fonte di dispiacere per una storia legata alla commedia musicale
italiana per eccellenza stiamo parlando di Rugantino. Nato come un film alla
cui stesura avevano collaborato Pasquale
Festa Campanile e Massimo Franciosa che poi sarebbero stati i registi.
Il film per qualche oscuro motivo saltò e il produttore vendette il copione a
Garinei e Giovannini che si appropriano della paternità dell’opera. Gli autori
dello spettacolo portato in scena per la prima volta nel 1962 risultano essere
loro insieme a Campanile e Franciosa ma questi non avevano la minima idea di
chi fosse l’antica maschera romana. Magni compare solo come collaboratore
artistico. Dicevano che cinque autori per una commedia musicale erano troppi ed
esclusero proprio lui. Magni provò a replicare ma non ci fu nulla da fare. Ma
era il pedaggio che dovevano pagare i giovani apprendisti, questo gli permise
di approdare al teatro e scrivere lavori come “il giorno della tartaruga” con
Renato Rascel, Ciao Rudy con Marcello Mastroianni e Viola Violino e Viola
d’Amore con Enrico Maria Salerno e le Kessler, poi arriveranno I Sette Re di
Roma e Gaetanaccio. Pochi anni dopo Rugantino divenne un film ma Magni si tolse
dai titoli perché non condivideva Celentano protagonista.
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da sx Michele La Ginestra - Sabrina Ferilli - Simona Marchini - Maurizio Mattioli |
Nella Roma papalina del XIX
secolo Rugantino, giovane spaccone,
arrogante e avverso a qualsivoglia lavoro, vive di espedienti aiutato dalla
fida Eusebia, che lui spaccia per sua sorella. I due ottengono vitto e alloggio
raggirando il frescone di turno: dapprima un anziano marchese il quale,
deceduto, non riserva loro alcun lascito; quindi Mastro Titta, il celebre boia
dello Stato Pontificio, autentico personaggio storico. Mastro Titta è anche
proprietario di una locanda che gestisce insieme al figlio, soprannominato
Bojetto, dopo l'abbandono da parte della moglie, che non approvava il suo
mestiere; egli si prende cura di Rugantino e di Eusebia, ma finisce per
innamorarsi di questa, un amore presto ricambiato. Entra in scena la bella
Rosetta, moglie del violento e gelosissimo Gnecco Er Matriciano, croce e
delizia di tutti i giovani romani compreso Rugantino, il quale scommette con
alcuni amici di sedurla prima della Sera dei Lanternoni. Il giovane, nonostante
umilianti peripezie, riesce nell'intento, ma finisce con l'innamorarsi della
ragazza, così da non far menzione dell'impresa, per rispetto, ai suoi compagni;
un contegno che presto viene meno a causa del suo carattere spaccone, ferendo
così i sentimenti di lei. Durante il Carnevale, Gnecco viene assassinato da un
criminale mentre Rugantino è altrove, in compagnia di una nobile. Il
protagonista si fa trovare casualmente accanto al cadavere e quindi, onde
riscattarsi, si autoaccusa dell'omicidio, il cui movente sarebbe l'amore per
Rosetta. Imprigionato e condannato a morte, con Rosetta che si dichiara
perdutamente innamorata, sale sul patibolo sostenendo la propria colpevolezza e
dimostrando così, nell'affrontare la morte, di essere un vero uomo. La vicenda
si conclude con Mastro Titta che giustizia un Rugantino finalmente rispettato e
ammirato da tutti. Rugantino oltre ad essere la commedia musicale italiana per
eccellenza, rappresenta la più alta espressione della canzone popolare romana e
di questo è merito indiscusso dell’indimenticato maestro Armando Trovajoli.
Compositore romano autore di oltre trecentocinquanta colonne sonore da film.
L’estro creativo di Pietro Garinei e Sandro Giovannini che ne hanno fatto i
testi e la fantasia di Trovajoli hanno portato alla nascita di brani come “Roma
nun fa la stupida stasera” oggi la canzone romana per eccellenza
Mentre Garinei e Giovannini erano
in America, per la prima di Rugantino nel nuovo continente nacque l’idea di
scrivere una commedia dedicata a Rodolfo Valentino. Magni si mise a lavoro e
nel 1965 nasce Ciao Rudy che era stata preceduta l’anno prima dal Il giorno
della Tartaruga con le musiche di Renato Rascel. Ciao Rudy musicata da Armando
Trovajoli e con protagonista Marcello Mastroianni risquote un notevole successo
al Sistina. Solo che Marcello incalzato da Fellini che lo voleva protagonista
del suo Mastorna rescinde il contratto pagando una penale salata. Ma poi come
tutti sappiamo l’opera di Fellini salta.
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Marcello Mastroianni nei panni di Rodolfo Valentino |
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