RUGANTINO storia di un film mai nato
Mentre si procedeva alla
catalogazione dell’immenso patrimonio di appunti, copioni, sceneggiature che il
maestro Luigi Magni, ha prodotto durante la sua lunga carriera, per trasferirlo
a Velletri per volere dell’Avvocato Leila Benhar e dell’ Associazione Luigi e
Lucia Magni con in prima persona il suo segretario generale Massimo Castellani,
abbiamo trovato un faldone con scritto sulla costa “Rugantino”. Rosi dalla
curiosità abbiamo aperto e ci siamo trovati davanti al prezioso trattamento
cinematografico che Magni aveva scritto nel 1962 sulle gesta del noto
personaggio della tradizione romana portato alla fama dal mito Ghetanaccio con
il suo teatro di Burattini. La storia di questi documenti l’ha raccontata Gigi
Magni stesso in molte occasioni, non staremo qui noi a ripeterla anche perché
dopo quasi sessant’anni non avrebbe alcun senso. Non è nostra intenzione
alimentare polemiche o quanto meno avanzare rivalse che neanche il maestro in
vita riuscì a fare. Siamo qui a scrivere perché considerando la memoria di un
valore fondamentale di tutto il percorso che in questi anni abbiamo fatto,
dell’opera originaria sulla quale ha avuto origine la celebre commedia musicale
di Garinei Giovanni Festa Campanile e Franciosa resti appunto memoria e le
giovani generazioni sappiano della sua esistenza e da essa possano trovare
stimoli per studi e scritti futuri. La decisione di dare alle stampe il celebre
trattamento che Magni aveva conservato gelosamente con la cura con cui ci si
dedica al figlio prediletto scaturisce dall’amore per la verità e finalmente
dalla gioia di dare al maestro Luigi Magni quegli onori che non ha mai avuto in
vita riconoscendolo tra i padri dello sbruffone romano per eccellenza che nella
sua storia avuto molti volti, da quello di terracotta del burattino di
Ghetanaccio a quelli di Nino Manfredi, Toni Ucci, Enrico Montesano, Enrico
Brignano, Valerio Mastandrea, Michele La Ginestra.
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