1983 STATE BUONI SE POTETE scenografia e costumi di Lucia Mirisola
Nel 1983,
arriva nelle sale un altro lavoro, sempre ambientato a Roma ma no
nell’Ottocento, questa volta nel cinquecento. Stiamo parlando della storia del
Santo dei Romani Filippo Neri, raccontata da Magni nel film “State Buoni se
potete” premiato con due David di Donatello migliore colonna sonora ad Angelo
Branduardi e migliore attrice esordiente a Federica Mastroianni nel ruolo di
Leonetta.
LE
TENTAZIONI DI SAN FILIPPO
Chi era S.
Filippo Neri? Faccia conto che se fosse vissuto nel 200 sarebbe stato un S.
Francesco, e nell’800 un Don Bosco. Invece fiorentino di nascita, visse ed
operò nella Roma della seconda metà del 500, la città cupa e intollente della
controriforma, e ci portò l’allegria, l’umanità, l’amore tanto che fu definto
“l’apostolo”. Luigi Magni, regista e autore nei cui film campeggiano quasi
sempre Roma e la chiesa (da Nell’Anno del Signore” a “In nome del Papa Re)
parla con grande affetto di San Filippo. “E’
un santo di casa, per me; che sono nato nella zona di Via Giulia, dove lui
fondò l’ordine dei Filippini ed inventò quell’istituzione sociale ancora oggi
viva che è l’oratorio per i ragazzi. Era buono, umile, da vecchio rifiutò il
cappello cardinalizio. Il mio film, “State buoni se potete” lo segue per circa
40 anni di vita a contatto con Papi come Sisto V, grande repressore ma anche
urbanista e uomo di cultura con S.Ignazio di Loyola che predicava un Cristo in
terra e nella mischia, mentre Don Filippo credeva, come insegna il pater
noster, che Nostro Signore “sta nei cieli”. Ma il film è soprattutto la storia
del rapporto di Filippo con i bambini cui insegnava la concordia e la
tolleranza ed anche in chiave divertente, la storia dei suoi rapporti col
diavolo”
Col
diavolo? In che senso?
“Nel senso che di fronte all’Oratorio ci sta una bottega
che cambia diversi proprietari: prima un calderaro ( Renzo Montagnani), poi una
vecchia che fa le scope ( Flora Mastroianni), poi una bellissima pasticciera
creola (la spagnola Iris Peinato) e infine uno scultore. Tutti costoro tentano
a loro modo Don Filippo, ma non riusciranno a vincerne la santità”
San Filippo
è Jonny Dorelli vero?
“Si e credo che comunque venga il film la sia sia
un’interpretazione straordinaria. Non solo sta notoriamente benissimo in abiti
talari, non solo si trasforma da giovane a vecchio con grande credebilità: la
cosa più importante è che l’uomo Dorelli ama i bambini ed ha avuto con loro
durante la lavorazione un rapporto dolcissimo pieno di grzia e di fascino”
Lei passa per autore anticlericale. Ha messo nel
film la chiesa ufficiale contro San Filippo?
“ Premesso che
Don Filippo è un prete come io vorrei che tutti fossero, mentre molti non lo
sono … Il mio “anticlericalismo” nasce dall’aver raccontato le contraddizioni
tra il potere spirituale e quello temporale. In questo senso “state buoni, se
potete è un film diverso dai miei precedenti. C’è più spiritualità credo, oltre
a divertimento e malinconia. La conflittualità l’ho messa un po’ in disparte
tanto è vero che San Filippo e S. Ignazio (Philippe Le Roy) pur essendo su
posizioni opposte, si stimano moltissimo alla fine Sisto V dice a Filippo che
nessuno è più degno di lui del cappello cardinalizio. La stessa scelta di Mario
Adorf per il ruolo di questo Papa, considerato terribile, dimostra che non ho
voluto dargli addosso”
“E poi” prosegue Magni, “Il
film è prodotto da due giovani Silvia D’Amico e Carlo Cucchi, ma quasi tutti i
soldi li ha messi la RAI rete 1, quella così detta democristiana. Beh, io non
ho mai lavorato con tanta libertà come in questo caso: niente condizionamenti,
niente censure. Per questo penso che prima o poi tutti noi autori( ma lo scriva
con la maiuscola per favore, per autore intendo chi vuol fare film non del
tutto insensati) lavoreremo solo per la RAI. I privati non si staccano dalle
formule cosiddette “di successo”, quelli che vorrebbero provarci non hanno i
soldi per farlo”
“Magni ha già fatto una positiva esperienza con la “terza rete” nella serie “10 registi per dieci scrittori” filmando “Un avventura a Campo dei Fiori” di Giorgio Vigolo, presentato recentemente a Saint Vincent”
“ Anche in
quel caso, dice “Rossini” (il direttore della rete) mi chiamò e mi disse: fai
quello che vuoi. Ed è democristiano. Allora io ci parlo con i democristiani;
preferirei parlare con i compagni. È vero, ma non si parla più tra noi”
Così con un pizzico di amarezza, si conclude il
discorso su State Buoni se potete che dovrebbe uscire a Pasqua sciopero dei
doppiatori permettendo. Dopo 18 mesi di sfruttamento nelle sale lo vedremo in
tv con un’ora di spettacolo in più. Ho aggiunto delle scene, precisa Magni, “che per il film non erano essenziali; per
esempio invece di un Papa se ne vedono due. Non è che questa formula mi
soddisfi in pieno, ma per il momento è quella che funziona” La
sceneggiatura del film è stata scritta da Magni con Bernardino Zappomi, le
musiche sono di Angelo Branduardi, il gran cuore è quello di San Filippo Neri.
Fabio Rinaudo
“Il Mattino” Venerdì 11 Marzo 1983
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