2003 LA NOTTE DI PASQUINO scenografia e costumi di Lucia Mirisola

 

Dopo La Carbonara arriva il congedo dal pubblico del piccolo schermo con La Notte di Pasquino, ambientato a Roma tra il 19 e il 20 Settembre 1870. Protagonisti Nino Manfredi e Fiorenzo Fiorentini girato per gran parte nel cuore della capitale tra quella Via Giulia fonte di tante ispirazioni, il Ghetto, Rione Campitelli con una parentesi ai castelli a Palazzo Chigi ad Ariccia. Anche questa volta scene e costumi di Lucia Mirisola che si avvale della collaborazione ormai consolidata con la costumi d’arte “Peruzzi”

NINO MANFREDI DI NUOVO PASQUINO PER GIGI MAGNI

Roma sta per essere invasa dalle truppe piemontesi, pronte ad aprire una breccia a Porta Pia. E notte fonda e Pasquino irriverente e misterioso epigrammista che dà voce alle statue della città, si trova coinvolto nella ricerca di un bambino rapito nel ghetto. Pasquino è Nino Manfredi, dietro la macchina da presa c’è Gigi Magni. Ma il film non è “Nell’Anno del Signore”, che nel 1969 avviò la carriera del regista come specialista della Roma papalina, bensì “La Notte di Pasquino”, la fiction prodotta da Immagine Cinema di Edwige Fenech per Mediatrade, che Canale propone il 7 Gennaio, in prima serata. “Pasquino ha quattro secoli ma è senza età dice Magni, spiegando i motivi che lo hanno spinto a far rivivere trent’anni dopo il suo personaggio. Nel film era una ciabattino dall’aria tonta, che si divertiva di notte ad attaccare le satire antipontificie alla statua di Pasquino, appunto. Questa volta è una persona colta, di estrazione più elevata, che esprime l’anima e il sentimento del popolo. Ma quello che conta è che la sua satira contiene insegnamenti di vita e di morale validi ancora oggi. Ed è una satira che va distinta dalla barzelletta: la prima deve far riflettere e colpire nel segno, la seconda serve soltanto a far ridere. Oggi una satira così, a sfondo civile, non c’è più. E se i politici si arrabbiano, fingono. La verità sottolinea ancora il regista, che firma anche, con Claudio Piersanti, soggetto e sceneggiatura della fiction è che c’è ben poco fa fustigare, occorrerebbe lavorare seriamente, da entrambe le parti, governo e opposizione dal momento che siamo la provincia estrema di un impero fondato non più sul diritto delle genti, ma sul diritto dell’oro. Manfredi, invece, non ha difficoltà intravedere oggi gli eredi di Pasquino: “benigni, sicuramente. E poi Dario Fo e Grillo, forse il più Pasquino di tutti. E in certo senso, anche se in forma più poetica, lo era anche Gaber, così incline a svegliare le nostre coscienze.

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